L’intelligenza del dubbio
* Da Chiara Tazzini * Oggi vorrei rivolgermi a te che mi stai guardando con diffidenza, o che giri lo sguardo dall’altra parte, come molti amici e colleghi che pure stimo e a cui mi sento vicina, i quali però, ultimamente, evitano di parlare, di parlarmi, o magari mi dicono “evitiamo l’argomento, se no poi litighiamo” o ancora “fai bene a portare avanti la tua battaglia se ci credi”, ma poi ignorano davvero di che battaglia si tratti e si privano della possibilità di scoprire che potrebbe essere anche la loro battaglia.
Mi rivolgo anche a te, che dal tavolino di un bar mi guardi, permettimelo, con aria di sufficienza e la certezza di avere in tasca la Verità; o a te che passi veloce per la strada e non ti fermi perché nella vita hai altre priorità, ma forse ignori che non c’è priorità se non c’è vita.
Mi rivolgo al politico tronfio, che non ha tempo per questa piazza, ma nel suo delirio di onnipotenza mi parla – gongolante – da un talk show come se fosse Dio e alla sua corte di virologi, medici, farmacologi, tutti servitori di un unico padrone.
Ebbene, io sono qui. Faccio parte di quella umanità povera che non puoi temere. Sono un’insegnante ignorante. Per cui lascia che ti dica una piccola cosa, di cui, certo, non puoi avere paura.
Proprio perché tu, rispetto a me, sei così intelligente, così sicuro di ciò che sostieni, voglio chiederti di concederti, invece, per un attimo, almeno oggi, l’intelligenza del DUBBIO.
Voglio dirti di non avere paura di dubitare, perché il dubbio è in sé intelligente.
La Scienza, infatti, quella vera, fonda le sue basi sul dubbio, lo riconosce e lo confuta, non lo rinnega o rifugge come fai tu adesso. E se non può confutare il dubbio, allora fa di quello stesso dubbio una nuova strada, una possibilità.
Ora, dovrai riconoscere che le situazioni di incertezza in questa epidemia sono molteplici. Se davvero sei un essere pensante e razionale come dici, anzi il più pensante e il più razionale, allora dovrai dare risposta ad alcune domande. Tu che vanti di stare dalla parte della Scienza, puoi forse spiegarmi con rigore scientifico – bada bene – per quanto tempo eventualmente il vaccino rende immuni? Puoi spiegarmi con la chiarezza con cui lo spiegheresti a un bambino perché il vaccino non impedisce di contagiare né di essere contagiati, e di conseguenza se lo si può davvero definire “vaccino”? E ancora, puoi dirmi esattamente quali sono gli effetti avversi del vaccino?, e puoi affermare con assoluta certezza che non ci sia la minima relazione tra la sua somministrazione e l’aumento documentato del 60% dei decessi per problemi cardiaci, in Israele, nei giovani dai 20 ai 29 anni tra febbraio e maggio 2021? Puoi elencarmi con dovizia di particolari quali siano gli effetti a medio e lungo termine del vaccino? Puoi spiegarmi perché i farmaci impiegati nelle terapie domiciliari, quelli stessi che hanno salvato migliaia di vite umane, in realtà non dovrebbero funzionare?
Se hai risposte esatte, allora dammele, ti prego, non ti chiedo altro. Ma se non le hai, se non hai una risposta esatta per ognuno di questi quesiti – dimmi – chi tra noi due ora è più irrazionale?
Chi oggi spinge verso l’obbligo vaccinale – direttamente o, indirettamente, tramite il green pass – chi ostenta cioè solo certezze, non si rende conto che in questo modo smentisce la natura razionale che mette a garanzia delle sue stesse scelte. Perché in questo momento chi è convinto di possedere la Verità assoluta, e che ci sia un’unica Verità, non è affatto razionale, ma tradisce, invece, con la pretesa della sua verità, l’essenza stessa della Scienza che è, appunto, razionale.
Io non ti impedirò di vaccinarti o di fare scelte che ti sembrano migliori perché – nel dubbio – può darsi che tu abbia ragione. Tu però non impedire a me di continuare a dubitare perché può darsi che – nel dubbio – invece, abbia ragione io.
Coltiviamo la Scienza, piuttosto, quella vera, e forse, un giorno, troveremo le risposte esatte che ora non abbiamo.
Sento molti dire “i medici dicono”, “i virologi affermano”, “i filosofi argomentano” e tutti portano testimonianze di uno o dell’altro a conferma delle proprie tesi. Tesi contrastanti quando non opposte. Dunque, in base a quale criterio, se non il libero arbitrio, tu e io decidiamo che uno ha ragione e l’altro ha torto? E se due medici fanno affermazioni diverse su uno stesso tema, perché tu ti arroghi il diritto di discriminare tra uno e l’altro sostenendo che uno è un medico vero e l’altro invece no? Potrai dire, certo, che uno ti convince più dell’altro, e allora dovrai argomentare e sostenere la tua scelta; ma non hai alcun diritto di negare al medico che meno ti convince di esprimersi in quanto medico. Non hai nessun diritto di negargli le sue competenze di medico. Ti stai forse dimenticando che tu come me ricorri al medico proprio per farti spiegare ciò che non sai? E allora, se la tua ignoranza ti porta a ricorrere al medico, non sopprimerlo poi per la tua saccenteria.
Vedi? Questo sarebbe, di nuovo, contradditorio, parziale, irrazionale.
Se invece vuoi avere davvero un atteggiamento scientifico, puoi manifestare – certo – un parere che probabilmente è poco più di una intuizione, ma dovrai riconoscere, ancora una volta, la possibilità del dubbio.
Ed è proprio alla luce di questo DUBBIO che dovrai riconoscere, insieme a me, che qualsiasi obbligo e costrizione vada in un’unica direzione soltanto, là dove esistono incongruenze e pareri competenti difformi, quella costrizione è da considerarsi irrazionale. Non ha, pertanto, motivo di esistere.
Chiara Tazzini